Ripartire in era Covid-19: Si può fare? Si, ma come ?
In un sistema economico in accelerazione, il futuro di un brand, di un’impresa o di un project-business non può ancora essere previsto e tracciato con precisione matematica, ma di certo, piccoli o grandi che siano gli obiettivi d’impresa e le risorse disponibili, con un approccio progettuale multi-disciplinare e integrato, e un marketing-mix strategicamente equilibrato già “in partenza”, se ne possono meglio condurre cicli, andamenti e fortune, oggi molto più che ieri.
Ovviamente, non tutti sanno come, e ancora meno quelli che lo possono fare.
Queste cose, noi operatori di marketing e comunicazione, iniziammo a dirle, ai clienti, circa 15 anni fa, con l’affermarsi poderoso di internet e dei nascenti social network (esplosi poi dal 2010) come nuovi e potentissimi canali di comunicazione di massa. Pochi avrebbero potuto immaginare, ai tempi, la forza devastante e pervasiva dei digital media e dei social di oggi, tempo di mutazioni epocali in cui, per esistere, si deve necessariamente “essere” e saper lavorare, in rete.
Ancor più oggi, in emergenza epidemica da coronavirus; con le economie d’Italia, UE e del mondo industrializzato “collassate” per un cataclisma sistemico che nessuno avrebbe potuto prevenire e che imporrà nuove regole dei giochi e nuovi strumenti attuativi in quasi ogni settore e ambito della vita di ciascun individuo. Obbligando tutti all’upgrade digitale delle proprie funzioni; a pena: il silenzio, l’isolamento e l’esclusione, con tutto ciò che questa “triade” letale, comporta.
Soprattutto nel sud Italia, dove i dati disponibili, rivelano un’arretratezza “atavica”, sia nella diffusione che nell’uso reale delle tecnologie digitali da parte di PMI e (anche) PP.AA., che non ha eguali in tutta l’area U.E.; Arretratezza che, con l’accelerazione terrificante che s’imporrà, da ora in poi, ai mercati internazionali per far “uscire” rapidamente le economie dei Paesi industrializzati dalla crisi da stasi post-pandemica; le regioni del sud, si troveremo ancora e come sempre, indietro; costrette ad inseguire “qualcosa” che non conoscono e cominciare, ora, in pieno caos emotivo, a far “qualcosa” che “altri” hanno già concluso, testato e messo a règime da anni.
Non amo stigmatizzare qualcuno, né attribuire colpe a destra e a manca, pur essendoci tante ragioni per farlo; ma, da siciliano doc, che molto prima dei “cervelli in fuga” d’oggi, scelse dì affinare studi e competenze in aree e “contesti” più propizi di quelli natii; e soprattutto alla luce delle esperienze professionali maturate con tante PMI, anche locali, prese in malora o border-line col baratro e portate gradualmente a “ricrescere” sui loro nuovi o vecchi mercati di sbocco; ed essendo spesso riuscito a farlo con molta più “intelligence” strategico/operativa che risorse economiche; ritengo ancora oggi, in piena era covid-19, assolutamente possibile una prodigiosa “remuntada” di quelle regioni in cui, per tanti imprenditori “fai da te”, il digitale è una fastidiosa “spesa” da affrontare “tanto per”…; ossia per intascare gli aiuti all’innovazione elargiti da decenni da Regioni e/o U.E. e poter dire d’aver “innovato” a colpi di fatture quietanzate, piuttosto che per ottenere, come sarebbe più logico, vantaggi competitivi e migliori fatturati per le proprie aziende.
Si può fare, anzi, grazie all’”appeal” intrinseco del “made in Italy” nel mondo, si può pure sfruttare una “reputation” unica nel suo genere, pur essendo gli ultimi arrivati sulla piazza; MA, solo ed esclusivamente a patto di far digerire, ai riluttanti imprenditori nostrani (e non), come “obbligatorio” l’assumere il pieno e consapevole controllo delle web-technologies, ovvero degli strumenti e “sistemi digitali integrati” in grado, con oculate strategie di digital marketing a loro sprone e supporto, di lanciare e posizionare competitivamente un’azienda e condurla in aree di business per lei più propizie e redditizie, (che non è detto che siano quelle sotto casa,…); Intervenendo, tramite digital communication “omni-channelled”, nell’orientare atteggiamenti e percezioni del pubblico (interessato), nei confronti di quanto espresso e offerto loro dal brand e dai suoi prodotti; costruendo così in reale vantaggio competitivo, nei confronti dei competitors diretti.
Fantasie ? No, tutt’altro; il mondo è pieno di testimonianze di quanto sopra affermato:
Prova ne sono, migliaia di P.M.I., spinn off e startup d’ogni luogo e continente, neo-quotate in Borsa, ogni anno, per gli alti fatturati maturati grazie alla fama globale abilmente conquistata con un gran lavoro strategico di digital marketing, svolto quasi esclusivamente per e sul web.
La buona novella è…
gli exploit di vendite, sino a oggi appannaggio di multinazionali, gruppi o dinastie imprenditoriali o, in genere, di imprese nate in aree ricche e industrializzate; sono oggi “davvero” alla portata d’ogni genere e tipo d’impresa, ( startup, monocratica, individuale..) ovunque essa si trovi; Ciò grazie al potere dell’inter-connessione globale e della condivisione universale di informazioni, dati, linguaggi ed esperienze tra individui ( internauti ) appartenenti al genere umano. La maggiore differenza con il passato è che le “high performances” sono oggi possibili anche con investimenti iniziali non milionari! Ovvero adottando web strategies (omni-channelled) con costi/rendimenti sempre più pre-quantificabili grazie a parametri (spesa/resa) di riscontro dei media universalmente validati dalle statistiche del web; andamenti monitorabili 365/h24 e, in ogni caso, R.O.I. congrui e commisurati ai fatturati-target perseguiti. Con i planning forecasts, certi in merito ai tempi e all’impiego risorse; e… assolutamente, “alla portata” di molte PMI e Startup.
Basta crederci ( tutt’altro che ciecamente) e averne la reale volontà.
Giuseppe Urso / CEO Urso ADV
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